vai al contenuto vai al menu principale

Cunardo

Cunardo è posto ai piedi dei Monti di Castelvecchio e alla confluenza di quattro valli prealpine: Valganna, Valmarchirolo, Valtravaglia e Valcuvia. Si eleva a circa 450 metri di altitudine. Nel sottosuolo si ramificano le grotte chiamata “Orrido di Cunardo”, create dal torrente Margorabbia: tale complesso carsico è una vera rarità nell’Italia settentrionale ed è l’unico esempio in Lombardia di traforo naturale di un corso d’acqua quasi totalmente superficiale. Resti fossili di fauna glaciale che hanno sempre accompagnato l'uomo preistorico, recuperati nelle grotte dell‘Orrido, fanno supporre che i primi “abitanti” siano stati piccoli gruppi di cacciatori. Dalla presenza di strutture militari nel Medioevo, deriverebbe il nome del paese come “villaggio fortificato”. Il toponimo “Cunardo”, rimasto sostanzialmente inalterato nel tempo, appare per la prima volta in un elenco di beni donati all'abbazia benedettina di Disentis nell’VIII.

Tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 furono messe in atto a Cunardo le prime esperienze di scuola pubblica e si svolsero le indagini dei più importanti geologi del tempo sulla presunta natura vulcanica dei monti di Castelvecchio ma transitarono anche vari eserciti per le guerre napoleoniche.
Nel corso dell'800 accanto alle tradizionali attività agro/silvo/pastorali se ne erano sviluppate altre che sfruttavano la forza dell'acqua del Margorabbia (mulini, cartiere e filature) o che utilizzavano la roccia calcarea e l'argilla presenti in abbondanza (cave di calce e fabbriche di maioliche).
Agli inizi del Novecento furono realizzate opere importanti come l’illuminazione pubblica mediante l’elettricità, l'acquedotto comunale, il collegamento ferroviario con Varese e Luino.
Oggi i residenti sono circa 3.000, un decimo di cittadinanza non italiana. Il comune fa parte della Comunità Montana del Piambello (nata proprio a Cunardo nel 1957); il territorio a sud dei fiumi Lisascora e Margorabbia rientra nel Parco Regionale del Campo dei Fiori.

Cunardo è famoso per la lavorazione delle ceramiche che vanta tradizioni antichissime, pare infatti che l’inizio della produzione risalga al tempo dell’imperatore Tiberio. 
Le ceramiche cunardesi sono note in particolare per il tipico “blu Cunardo”, colore utilizzato per dipingere le più belle ceramiche locali e di cui solo i maestri cunardesi conoscevano il segreto della produzione. Oggi, oltre alla produzione artigianale "Di Nino", sono ancora attive a Cunardo le Fornaci Ibis. Cunardo vanta anche un antichissimo mulino ad acqua, il Molino Rigamonti, di proprietà della famiglia Rigamonti dal 1787. Ancora oggi tutto l’impianto dell’epoca è completamente funzionante e produce crusca, farina integrale, farina da polenta, fine e grossa. A Cunardo vi sono anche due chiese: la chiesa della Beata Vergine del Rosario, amatissima dai Cunardesi è destinata alla devozione fin dal 1300 e La chiesa parrocchiale di Sant’Abbondio, in stile tardo barocco, fu costruita sullo stesso luogo dove sorgevano edifici di culto precedenti e fu consacrata nel 1779.
Al centro del paese si apre la bellissima piazza IV Novembre, con la “Vittoria alata”, il monumento ai caduti cunardesi delle due guerre. L’opera è stata realizzata negli Stati Uniti dallo scultore locale J. G. Sassi. Il marmo, il bronzo e la modella sono americani e questo è uno dei pochi monumenti in Italia realizzato con marmo statunitense.
Cunardo è attraversata anche da un tratto della Linea Cadorna, il sistema di fortificazioni costruito lungo il confine italo-svizzero durante la Prima Guerra Mondiale, ma mai utilizzato.
Famosa è la pista di sci di fondo “Sole e Neve” che è gestita dallo Sci Club Cunardo, che ogni anno organizza corsi individuali e di gruppo. Numerose sono anche le scuole che sfruttano il centro per proporre ai propri alunni un’attività di avviamento alla pratica dello Sci di fondo. D’estate la pista da sci si trasforma in bellissime piste ciclabili, completamente asfaltate, che collegano Cunardo con i paesi vicini.

AMARO CASTELVECCHIO

Nei primi del 900 un Cunardese DOC Piero Busti, scegliendo accuratamente le erbe aromatiche che incontrava durante le sue passeggiate sul monte Penegra, provando e riprovando nella luce fioca della sua cantina, giunse a distillare un delizioso amaro che chiamò Castelvecchio. Per una settantina di anni il particolare liquore rimase dimenticato in qualche vecchia bottiglia fino a quando quattro anni fa circa, Roberto Bossi titolare del ristorante la Vecchia Cunardo, ricevette in regalo una vecchia bottiglia di questo amaro particolare. Da li l’idea di recuperare la ricetta. Con la collaborazione della famiglia Busti, provando e riprovando, riuscirono a riprodurre il delizioso liquore che ora si chiama amaro Penegra. La ricetta ovviamente è custodita segretamente ma il liquore possiamo gustarlo e acquistarlo al ristorante “La vecchia Cunardo”.
Nome Descrizione
Indirizzo Via Leonardo da Vinci, 4 - 21035 Cunardo (VA)
Telefono 0332.999211
Fax 0332.715626
Email info@comune.cunardo.va.it
Posta Elettronica Certificata comune.cunardo.va@halleypec.it
Web https://www.comune.cunardo.va.it (Apre il link in una nuova scheda)

Mappa

Indirizzo: Via Leonardo da Vinci, 4, 21035 Cunardo VA
Coordinate: 45°56'15,1''N 8°48'12''E Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)

Galleria fotografica

Allegati

Link

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Valuta da 1 a 5 stelle la pagina

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito? 1/2
Dove hai incontrato le maggiori difficoltà? 1/2
Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2
Inserire massimo 200 caratteri

Questo sito utilizza soltanto cookie tecnici per offrirti una migliore esperienza di navigazione.

Leggi la Cookies policy